Sabato 7 giugno 2014, Lo squalo di Zou Liang, (ft.SM/Colman)
Il
Museo Oceanografico è impegnato nella sensibilizzazione per la protezione degli squali, contemporaneamente e a completamento dell’esposizione a carattere scientifico-sensoriale, il regno del mare propone un’iniziativa artistica:
On Sharks & Humanity, dell’organizzazione
Parkview Art Action fondata da
George Wong. In mostra sono le opere di un collettivo di artisti contemporanei cinesi che dedicano la loro opera alla causa della protezione degli squali. In Cina infatti, qualcosa si sta muovendo, dopo anni di continui massacri, che hanno portato gli squali al pericolo di estinzione, anche lo stesso governo ha preso l’iniziativa di vietare la celebre zuppa di pinne di squalo!
L’apertura della mostra al pubblico è prevista
domenica 8 giugno,
Giornata Mondiale degli Oceani. “
10 artisti ed 11 opere uniche, monumentali - ha spiegato il direttore dell’Istituto Oceanografico,
Robert Calcagno-
realizzate apposta per questa mostra. Ogni opera, a suo modo, esplora la complessa relazione dell’uomo con lo squalo. Una mostra poetica, dove alle sculture, si alternano anche quadri e poesie; un invito ai visitatori a superare i pregiudizi”.
La mostra introduce il visitatore catturandolo in una rete da pesca, nella hall del museo; un’installazione realizzata da
Wang Luyan, artista che ha voluto fare rivivere l’effetto che subiscono i pesci catturati dai pescatori. Al primo piano si scopre lo squalo in acciaio di
Gao Xiaowu, “
Evoluzione” che mostra la trasformazione di uno squalo in pesce rosso, ornamentale. La bestia feroce diventa animale da compagnia…. Subito dopo l’opera di
Yu Yang, “
Enlightenment”, rappresenta il corpo di uno squalo al momento in cui viene tirato a bordo di un’imbarcazione: l’animale si contorce, soffre, prima di morire colpito dagli arpioni.
Zou Liang propone “Swimming”,dove il corpo dello squalo in acciaio è composto dalle forme di altri animali marini: stelle, polpi, pesci, granchi, meduse ecc. e poi sulla pinna caudale, due bambini che corrono felici, a rappresentare la dolcezza e l’innocenza, per attenuare il rifiuto che troppo spesso ispira lo squalo.
Unica artista non cinese è
Beli, presente con una pinna gigante in bronzo. L’artista italiana, nata nel Principato, ha fatto della protezione degli squali, il centro dei suoi lavori da numerosi anni. E poi sulla magnifica terrazza panoramica del Museo, due sculture monumentali. Quella di
Zheng Lu intitolata “
Butterfly in love with the flower”, sembra un squalo fatto in pizzo, in realtà si tratta di fili d’acciaio saldati uno all’altro, creato un’impressione immateriale, come una pinna di squalo che galleggia sull’acqua. Senza dimenticare poi il cortometraggio di
Wen Fen,
The Body and the Sharks, che non ha esitato ad introdursi nudo in una vasca con degli squali per dimostrare che lo squalo non è un animale aggressivo; la poesia di
Fan Xueyi; i quadri di
Liu Zining che riproducono gli occhi dello squalo, esposti sulle scale del Museo, vogliono comunicare un sentimento di angoscia e di dolore che implica: fare provare all’uomo la colpevolezza. L’esposizione sarà visibile fino all’
8 marzo 2015. www.oceno.mc