PPB: Dal punto di vista creativo sicuramente l’uso della lava in gioielleria. Ho accostato delle perle di lava al corallo ed il risultato è di grande effetto e sicuramente nelle prossime creazioni l’accosterò ad altre pietre. Poi, in seguito all’esposizione che si è svolta a Monaco in primavera dei preziosi codici miniati rinascimentali che fanno parte della collezione ideata dalla Franco Cosimo Panini editore, mi è stato proposto se volevo rappresentarli qui nel Principato ed ho accettato. In vetrina accanto a gioielli in stile antico spicca il Libro D’Ore Torriani.
Oggi Pier Paola è una donna appagata e solare, soddisfatta del suo lavoro che è sempre in evoluzione. Sua una creazione ideata su richiesta dell’Automobile Club di Monte-Carlo per Charlene Wittostock. Un bracciale con il circuito di Monte-Carlo e le sue iniziali in diamanti offerto dall’ACM a Charlene nel 2009. Pier Paola ha anche realizzato un dono per S.A.S. il Principe Albert II offerto dall'AJM (ass. Jeunes Monegasques), un prezioso ferma cravatta.
Il magnifico anello di fidanzamento che S.A.S. il Principe Albert II ha offerto a Charlene Wittstock è opera di un grande gioielliere italiano, Alberto Repossi. Non nuovo ad essere colui che crea fantastici gioielli per nobili e celebrità internazionali, Alberto Repossi ha concesso un’intervista a montecarloin.net .
MCin : Lei aprì la sua gioielleria a Monaco alla fine degli anni ’70, di fianco all’hotel Hermitage, in quello che è il cuore del Carré d’Or. Come è nata la sua passione per questo lavoro ?
MCin : Come è arrivato a Monte-Carlo ?
A.R. : Tra il 1978/1979 molti dei nostri più importanti clienti italiani, per paura dei rapimenti, si trasferirono a Monaco o in Francia. Noi venivamo in vacanza in Costa Azzurra e a Monaco. Mi resi conto che il trasferimento era obbligatorio: Monaco offriva tranquillità, sicurezza, stabilità e glamour.
MCin: Dopo Torino e Monte-Carlo ?
A.R.: Andai in Medio Oriente, fui ricevuto dall’allora Principe, attuale re Fahd dell’Arabia Saudita. La famiglia Feisal fu mia cliente ed aprii un negozio a Gedda, poco tempo dopo in Kuwait, ma lì fummo completamente rapinati dagli iracheni quando invasero il Paese. La consacrazione per la Maison Repossi ci fu con l’apertura, 26 anni fa, della nostra gioielleria a Parigi in Place Vendôme. A Londra invece avevo comprato un immobile intero di fianco a Cartier.
A.R.: No, non è stato così. Gaia ha 24 anni ed è un vero « geniaccio » ! Al termine degli studi voleva occuparsi d’arte, un po’ come era successo a me. Io però l’ho lasciata libera. Ogni tanto mi accompagnava nei miei viaggi di lavoro e durante questi viaggi andava in giro per gallerie d’arte e musei e poi veniva con me. Ha iniziato a darmi dei giusti consigli, molto efficaci, soprattutto dal punto di vista artistico, della moda. Da tre anni è divenuta il direttore artistico della « Maison ». Insieme alla sua cara amica Eugenia Niarkos hanno creato insieme la linea giovane Repossi, Ere, che riscuote grande successo.
Giò e Alberto Repossi.
MCin : Come ha saputo che S.A.S il Principe Alberto II voleva comprare l’anello di fidanzamento ?
A.R. : Mi ha semplicemente telefonato e mi ha detto che aveva bisogno di vedermi al più presto perchè doveva fare un acquisto importante. Io mi trovavo per il fine settimana a Formentera, ospite in barca di amici. Sono partito subito e dopo poche ore mi trovavo a Palazzo con una valigetta che conteneva i più bei diamanti.
MCin: Cosa ha scelto il Sovrano?
A.R. : Un magnifico diamante a goccia montato su oro bianco.
MCin : Signor Repossi qual è la sua pietra preferita ?
A.R. : Adoro le perle del golfo Persico, purtroppo ormai non ce ne sono più.
MCin : Lei ha avuto molto dalla vita : grande successo nel lavoro, un matrimonio felice con sua moglie Giò che lavora con lei. Cosa desidera di più oggi ?